Ss. Nereo e Achilleo
Prenotazioni
La Basilica è aperta e visitabile ogni Sabato dalle ore 10.00 alle ore 12.00.
Per la prenotazione dei matrimoni contattare il Rettore della Basilica, P. Rocco Camillò, all’indirizzo mail: matrimonisna@gmail.com
è possibile, presso la Parrocchia di Santa Maria in Vallicella, seguire il corso di preparazione al Sacramento del Matrimonio.
La Basilica e la Congregazione
La Basilica sorge nel luogo dove, durante il pontificato di Giulio I (337-352), fu istituito un titulus fasciolae a memoria della benda che avvolgeva una caviglia di San Pietro e qui perduta dall’Apostolo in fuga verso la via Appia, dopo essere evaso dal carcere Mamertino.
Il titulus assunse successivamente il nome dei Santi martiri Nereo e Achilleo ed è così ricordato, nell’anno 600, in una lettera di San Gregorio Magno.
Alla fine dell’VIII secolo, durante il pontificato di Leone III (795-816), in luogo del titulus fu edificata una chiesa a pianta basilicale che, poco tempo dopo, a causa dell’insalubrità dei luoghi, fu abbandonata e cadde in rovina. Unica testimonianza superstite della decorazione del tempo di Leone III è il mosaico con l’Annunciazione, la Trasfigurazione e la Theotokos, posto all’esterno dell’arco absidale.
Sisto IV (1471-1484), poco prima dell’Anno Santo, dispose una radicale trasformazione della chiesa e la elevò a titolo cardinalizio. Con l’occasione fu ridotta di dimensioni con l’eliminazione delle prime due campate e, all’interno, sostituendo le colonne di divisione delle campate con pilastri ottagonali in muratura.
Circa un secolo dopo, nel 1597, il cardinale Cesare Baronio della Congregazione dell’Oratorio di Roma la richiese come proprio titolo cardinalizio a Papa Clemente VIII (1592-1605), iniziandone subito i restauri e le decorazioni.
Alla vigilia del Giubileo del 1600 nella basilica erano infatti state traslate dalla chiesa di Sant’Adriano al Foro — in cui, durante le alterne vicissitudini dei secoli precedenti, erano state portate — le reliquie dei Santi martiri Nereo, Achilleo e Domitilla, poste in un’urna ancora oggi situata sotto l’altare maggiore.
Scopo prioritario dell’intero programma decorativo era dunque la glorificazione dei martiri: all’interno della chiesa, a tre navate e con copertura lignea, la narrazione prendeva avvio dalla controfacciata con il mosaico della Trasfigurazione, affiancato dalla rappresentazione dell’Annunciazione e della Maternità di Maria, insieme alle immagini di papi e martiri, per proseguire nelle navatelle con il martirio degli apostoli, rappresentato secondo un’iconografia “controriformata”, in cui il supplizio era descritto con particolari raccapriccianti.
Nel catino absidale, ai lati della Croce, sono raffigurati santi e sante con in mano la palma del martirio.
I due altari laterali sono decorati con pale tuttora in situ: a destra la Madonna della Vallicella venerata dagli angeli di Durante Alberti e a sinistra i Santi Nereo, Achilleo e Domitilla di Cristoforo Roncalli, detto Pomarancio.
